Gli infortuni avvengono come conseguenza eccessiva fatica, un infortunio precedente, mancanza di un’adeguata preparazione fisica e , occasionalmente , sfortuna.Gli infortuni non possono essere prevenuti in toto, ma il rischio di infortuni può essere sicuramente diminuito.Gli infortuni al sistema muscoloscheletrico avvengono perché i tessuti vengono sottoposti ad uno stress maggiore di quanto potrebbero sopportare. Di conseguenza, lo scopo della prevenzione infortuni è:
1-Trovare dei sistemi per ridurre lo stress acuto o cronico a cui potrebbero essere sottoposti i tessuti e/o 2-aumentare lo stress che un tessuto può tollerare prima di cedere È chiaro che alcuni tessuti sono più plastici di altri e riescono ad adattarsi meglio allo stress. Per esempio i legamenti sono meno plastici dei muscoli. Per ridurre il rischio di infortuni di un legamento, bisogna ridurre lo stress a cui è sottoposto lavorando sull’aspetto biomeccanico del gesto atletico.Mentre per ridurre il rischio di infortuni di un muscolo, dovremo cercare di aumentare la sua capacita di sopportare lo stress ricercando gli adattamenti necessari con una buona programmazione. Nel mio studio ci occupiamo di entrambi questi aspetti che sono fondamentali durante la normale attività sportiva sia in fase di recupero da un infortunio Ridurre lo stresso biomeccanico sulle strutture meno plastiche Ci sono due modi per ridurre lo stress sulle strutture muscolo-scheletriche. Il primo è assicurarsi che il movimento che l’atleta sta facendo non crei una forza eccessiva sul tessuto che non è in grado di tollerare .Per ottenere questo bisogna avere una conoscenza dell’anatomia funzionale e della biomecanica in maniera da correggere eventuali squilibri nei pattern di movimento che potrebbero creare un eccessivo stress. Controllo della Fatica Il secondo modo per ridurre lo stress sulle strutture muscolo scheletriche è controllare la fatica che l’atleta sta subendo. L’eccessiva fatica può ridurre la capacita muscolare di generare un grado di forza ampio e veloce e riduce i tempi di reazione, concentrazione e la propriocezione a livello articolare. Tutti questi fattori possono ridurre la capacità di un atleta di tollerare lo stress, indotto dal’allenamento o dalla prestazione, attraverso specifiche strutture nel sistema muscoloscheletrico. Di conseguenza gestire la fatica è una componente vitale per ridurre il rischio di infortuni. Aumentare la tollera allo sforzo Ridurre lo stress sul sistema muscoloscheletrico è uno degli approcci per ridurre il rischio di infortuni, ma bisogna comprendere che una riduzione eccessiva risulterebbe uno stimolo insufficiente per creare degli adattamenti e ridurre l’opportunità di un guadagno tecnico.Bisogna comprendere la natura dell’infortunio e programmare un corretto allenamento in base allo sport o integrare con lavori specifici. Tratto e tradotto da Sport Injury prevention and rehabilitation di David Joyce e Daniel Lewindon
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10 Cose da sapere su sonno e mal di schiena1 La mancanza di sonno può essere la causa di dolore persistente in persone sane
LA mancanza di sonno aumenta il rischio di sviluppare dolore. Mentre molti pensano che il dolore causa la mancanza di sonno, gli studi mostranocome la mancanza di sonno in persone senza dolore incrementi il rischio di sviluppare dolore 2 Essere stanchi può provocare male Il sonno è una fanzine essenziale per la sopravvivenza, come mangiare e bere . quindi, quando il corpo non riceve abbastanza sonno di qualità può reagire. Lo fa creando una risposta infiammatoria che ti fa sentire malato, stanco e irritabile. 3 La mancanza di sonno può portare a dolore persistente e ad un ritardo nel recupero Il ruolo critico della mancanza di sonno nello sviluppo increment del dolore è stata esplorata solo negli ultimi anni. La mancanza di sonno puo essere la causa per cui un dolore acuto duo diventare cronico o per un ritardo nel recupero. 4 Il numero delle ore di sonno necessarie varia da persona a persona LA maggior parte degliadulti in salute necessita circa 7,5-8 ore di sonno a notte per funzionare al meglio. Per qualcuno dormire meno di 6 ore a notte può portare ad un peggioramento della sintomatologia dolorosa. 5 Non è solo una questione di quantità ma di qualità Non dovresti considerare solo la lunghezza del sonno, macho domande del tipo”mi sento rigenerato la mattina e durante la giornata?””Non mi serve sempre una svelia?””ho abbastanza energia durante tutto il giorno?”se la risposta a queste domande è si, probabilmente dormi abbastatnza. 6 Il dolore è una delle risposte di protezione del corpo alla mancanza di sonno Il mal di schiena generalmente è il corpo che è iperprotettivo dovuto a fattori differenti, come la mancanza di sonno. Per coloro che gia hanno male, è important notare che dolore e sonno sono collegati e si influenzano a vicenda. Cosi,la mancanza di sonno può aumentare la percezione del dolore. 7 Programmare il sonno è importante Andare a letto alla stessa ora tutte le sere(o quasi) è importante per stabilire una routine(lo stesso per la sveglia).Questo ritmo ti mantra fresco durante la giornata. A volte, le persone che hanno dolore vanno a letto tardi, cercando di portarsi allo sfinimento prima di andare a letto cosi da riuscire a dormire. Purtroppo , questo produce un circolo vizioso che incrementa il dolore. 8 Allenarsi regolarmente è un dovere Nonostante è stato ampiamente dimostrato come l’allenamento migliori il sonno e il dolore, molte persone con dolore tendono a essere sedentarie nella paura che muovendosi possa peggiorare. Perciò, non dovresti aver paura, allenati, costruisci piano piano il movimento per tornare ad allenarti o iniziare un nuovo stile di vita. 9 Migliorare l’umore e ridurre lo stress è la chiave Se qualcuno soffre di stress, depressione o ansia, le possibility di aver problemi di sonno e dolore sono maggiori. Testare queste problematiche non è sempre semplice. Fare dei passi per testare lo stress, l’umore e l’ansia puo avere un effetto significativo sulla qualità del sonno e sul dolore . 10 La mancanza di sonno non porta sempre a mal di schiena Le persone possono avere dolore e non avere problemi di sonno o avere problemi di sonno e non avere dolore. comunquesia, questo non deve farti pensare che testare il sonno non sia importante. Functional Movement SystemLa valutazione dei movimenti fondamentali è un tentativo di individuare aree carenti di mobilità e stabilità che possono essere trascurate nella popolazione attiva asintomatica. La capacità di prevedere gli infortuni è altrettanto importante quanto la capacità di valutare e trattare gli infortuni. La difficoltà nel prevenire gli infortuni sembra essere direttamente correlata all'incapacità di determinare in modo coerente quegli atleti che sono predisposti agli infortuni. In molte situazioni, non esiste alcun modo per sapere se un individuo cadrà nella categoria degli infortuni o dei non infortuni, indipendentemente dai fattori di rischio dell'individuo. Le incongruenze alla base dei test fisici e di prestazione offrono pochissima assistenza per identificare le persone che sono predisposte agli infortuni. Questi due metodi di valutazione non offrono test prevedibili e funzionali individualizzati e possono solo aiutare a identificare specifici punti deboli della catena cinetica. Il Functional Movement System (FMS) è un tentativo di catturare la qualità del modello di movimento con un sistema di classificazione che inizia il processo di valutazione del modello di movimento funzionale in individui normali. Non è destinato ad essere utilizzato per la diagnosi, ma piuttosto per dimostrare limitazioni o asimmetrie rispetto ai modelli di movimento umano e alla fine correlare queste limitazioni con i risultati, il che può portare a un migliore approccio proattivo alla prevenzione degli infortuni. L'FMS può essere incluso nell'esame fisico o essere utilizzato come tecnica di valutazione autonoma per determinare i deficit che possono essere trascurati durante le tradizionali valutazioni mediche e delle prestazioni. In molti casi, la flessibilità muscolare e gli squilibri di forza potrebbero non essere identificati durante i metodi di valutazione tradizionali. Questi problemi, precedentemente riconosciuti come fattori di rischio significativi, possono essere identificati utilizzando l'FMS. Questa valutazione basata sul movimento serve a individuare i deficit funzionali (o biomarcatori) legati a debolezze propriocettive, mobilità e stabilità. Tratto e tradotto da www.functionalmovent.com Onde d'Urto - cosa sono e indicazioni terapeuticheCome funzionano le onde d’urto
Per prima cosa, è necessario comprendere, che le onde d’urto si suddividono in 2 differenti categorie:
Onda d’urto focale Il concetto di onda d’urto focale prevede un generatore che sia in grado di creare un brusco cambiamento di pressione che si propaga ad un velocità maggiore del suono. Questa onda pressoria viene focalizzata da uno schermo avente la forma di una parabola. L’intensità dell’onda pressoria, con le onde d’urto focali, può raggiungere l’equivalente di 1500 Kg per ogni centimetro quadrato in pochi nanosecondi per poi discendere rapidamente. Onda d’urto radiale Il concetto di onda d’urto radiale è completamente differente da quello di onda d’urto focale. Questo tipo di onde si generano con i dispositivi di onde d’urto radiali o balistiche che dir si voglia. L’onda di pressione, generata dall’onda d’urto radiale, può raggiungere intensità massime di 20 Kg per ogni centimetro quadro e la velocità di formazione del picco dell’onda è di 3 microsecondi. Le onde d’urto radiali sono quelle più diffuse per il trattamento delle più comuni affezioni muscoloscheletriche. Gli apparati più moderni e le nuove metodologie applicative hanno cambiato totalmente l’esperienza che il paziente vive durante l’applicazione facendo si che molti più pazienti si avvicinino a questa tecnica terapeutica in completa tranquillità. Differenze tra onde d’urto radiali e focali E’ importante comprendere 3 differenze sostanziali tra onde d’urto focali e radiali:
La maggior potenza delle onde d’urto focali può essere vantaggiosa nel trattamento di alcune patologie e può essere controindicata nel trattamento di altre. Gli effetti che si riconoscono alle onde d’urto sono quelli di iperemizzare il tessuto, ovvero stimolare l’afflusso di sangue, fibrinolitico, che consiste nell’ “ammorbidire” i tessuti fibrotizzati, antidolorifico e microangiogenetico. La microangiogenesi è la generazione di nuovi vasi sanguigni. Indicazioni terapeutiche per le onde d’urto Le indicazioni più comuni sono:
L’efficacia di questo strumento sta nel fatto che, irradiando a livello del tessuto impulsi di elevata intensità, vengono stimolati alcuni meccanismi biochimici che comportano:
Tumori maligni nell’area di trattamento, trattamento dell’area pelvica in caso di gravidanza. Controindicazioni delle onde d’urto focalizzate ad alta energia Oltre a quelle già viste per i trattamenti a bassa intensità si aggiungono il trattamento di aree molto vicine ai polmoni, il trattamento in prossimità delle cartilagini d’accrescimento e infine il cervello o la spina dorsale nell’area da trattare. Tratto da www.Fisioterapiaitalia.com Introduzione
IASTM o Instrument Assisted Soft Tissue Mobilization ( Strumenti per la mobilizzazione assistita dei tessuti molli). Vengono utilizzati per lavorare tutti i tessuti molli, cute, muscoli e fascia ed essere più selettivi che con la sola mano. Origine L’origine conosciuta degli IASTM risale e circa 3000 anni fa, e appartiene alla Medicina Tradizionale Cinese. La tecnica veniva chiamata “Gua Sha” che tradotto significa “graffiare via la febbre”. Con questo trattamento si ottenevano la riduzione delle tensioni muscolari con conseguente miglioramento del movimento e la stimolazione del “Chi”, l’energia vitale che scorre nei meridiani e attraversa gli organi, per trattare le patologie sistemiche. IASTM e terapia manuale C’e stata una forte riscoperta degli IASTM In Terapia Manuale negli ultimi anni dovuta alla efficacia ed efficienza dei trattamenti. Sono strumenti importanti in associazione alla Terapia Manuale e soprattutto in associazione ad una diagnosi funzionale e ad un ragionamento clinico che guidi il trattamento Indicazioni terapeutiche degli IASTM Eccoti qualche esempio:
Effetti fisiologici degli IASTM e tecniche di utilizzo Lo IASTM consente di avere una leva vantaggiosa per la mobilizzazione dei tessuti molli, questo permette al fisioterapista di arrivare più in profondità , essere più selettivo e specifico nel trattamento. Gli effetti sono riassumibili in 3: • Azione Meccanica • Azione Circolatoria • Azione Riflessa Vari studi hanno esaminato i vantaggi dell’uso di IASTM anche a livello cellulare. I benefici includono l'aumento della proliferazione dei fibroblasti, la riduzione del tessuto cicatriziale, l’aumento della risposta vascolare e il rimodellamento della matrice di fibre di collagene non organizzate. La mobilizzazione dei tessuti molli dovrebbe avere SEMPRE lo scopo di sottendere ad effetti neurofisiologici (e in questo caso ci vuole una ottima conoscenza e studio di questi ultimi e come ottenerli) e poi anche meramente meccanici (che pure sono utili e necessari tipo per una rigidità post-intervento o post-immobilizzazione prolungata) Controindicazioni Le possibili controindicazioni nell’uso di IASTM: • La prima è senz’altro l’esperienza dell’operatore • Poi la qualità dei tessuti (quindi della cute) • Ferite, infezioni, tumori • Flogosi (controindicazione relativa solo in sede di infiammazione) • Disestesie (cioè la alterata sensibilità del paziente) • Turbe neurologiche o circolatorie come trombosi venose
Tratto da www.fisioterapiaitalia.it Tecarterapia cos’è:
La Tecarterapia, nota anche come Tecar (Trasferimento Energetico Capacitivo e Resistivo) è una terapia nata in Spagna più di 20 anni fa. In realtà il suo campo di applicazione all’inizio fu principalmente in ambito estetico e solo poi fu impiegata in ambito ortopedico e riabilitativo. In circa 10 anni la Tecarterapia grazie alla sua diffusione è divenuto uno dei principali pezzi fisici utilizzati dai fisioterapisti in Italia. Dai suoi esordi ad oggi la Tecarterapia ha fatto dei tanto da iniziare una costante e progressiva diffusione in ambito internazionale. Gli studi clinici e le evidenze scientifiche che supportano la Tecarterapia non sono di buona qualita, nonostante questo, la sua straordinaria efficacia in un ampio numero di patologie ortopediche è il motivo del suo successo. Le indicazioni principali riguardo alla prescrizione della Tecar sono: traumi e infiammazioni delle articolazioni, dei muscoli della colonna vertebrale. Il principio di Funzionamento della Tecarterapia si basa sul creare iperemia all’interno dei tessuti (vasodilatazione nella parte interessata dal trattamento) per mezzo della corrente erogata; aumentando in questo modo l’afflusso di sangue e l’innalzamento della temperatura all’interno. Grazie alle diverse modalità di applicazione e erogazione la Tecar può essere utilizzata in caso di:lesioni muscolari, stiramenti e strappi ai muscoli, traumi distorsivi, edemi, ematomi, tendiniti, borsiti, traumi, cervicalgie, mal di schiena, meniscopatia, dolori articolari, fascite plantare, pubalgia e riabilitazione post-chirurgica e post-traumatica del paziente sportivo. Tecarterapia funziona davvero? La Tecar è oggetto di un complesso dibattito nel mondo della fisioterapia, coloro che non hanno esperienza e conoscenza nell’utilizzo della Tecar puntano il dito sottolineando la poca evidenze scientifiche a supporto della metodica. A prova della sua efficacia ci sono la sua aumentata diffusione in tutto il mondo, la sua longevità , la soddifazione da parte di pazienti e dalle crescenti prescrizioni da parte dei medici. Lo sviluppo tecnologico della Tecar ha prodotto macchinari sempre efficaci e efficienti in grado di garantire performance di alto livello. Molto probabilmente avrai già sentito parlare di pubalgia sui giornali o in televisione in relazione spesso a sportivi professionisti come i calciatori.
La Pubalgia è un’infiammazione inserzionale dei muscoli che si inseriscono in questa zona, tra cui retto addominale e muscoli adduttori, dovuta a microtraumi ripetuti. Questo termine viene spesso utilizzato per identificare altre problematiche che riguardano l’inguine e per questo una corretta diagnosi è importante per definire un corretto percorso riabilitativo. Le cause La pubalgia è generalmente provocata da un eccessivo stress dei muscoli adduttori della coscia e degli addominali combinati che portano a microtraumi ripetuti dovuti per esempio a cambi improvvisi di direzione, torsioni, corsa. Altre cause di pubalgia posso essere
È un quadro clinico caratterizzato da dolore e impotenza funzionale Generalmente è un dolore che diventa ingravescente con il movimento e che può influenzare in maniera negativa le normali attività della vita quotidiana. È un dolore che origina dalla zona inguinale e in alcuni casi si irradia lungo la muscolatura addottorai e/o addominale. Diagnosi della pubalgia Una corretta diagnosi è fondamentale e quindi è necessario fare un’attenta anamnesi del paziente, un esame obiettivo generale e specifico e correlarlo con le immagini radiologiche(rx, ecografia e risonanza magnetica). Trattamento della pubalgia Una volta appurato che si tratta di Pubalgia, il trattamento immediato è la riduzione dell’attività fisica per evitare un peggioramento dell’infiammazione e dei sintomi. È di fondamentale importanza per una corretta risoluzione a lungo termine della sintomatologia intraprendere un percorso Riabilitativo ben strutturato. Fase 1 La prima fase è quella del controllo del dolore e dell'infiammazione in cui vengono utilizzati tecniche di la terapia manuale in abbinamento con la terapia fisica. Fase 2 La seconda fase è quella del ripristino della funzione, il fisioterapista programmerà un iter riabilitativo incentrato sugli obiettivi del paziente con l’utilizzo della terapia manuale e dell’esercizio terapeutico. Fase 3 La terza fase è quella del ritorno all’attività sportiva, questa fase è caratterizzata dal consolidamento della fase 2 e da esercizi di forza e condizionamento per il ritorno in campo. Il termine “sindrome” si utilizza qualora non vi sia una patologia definita, ma un insieme di segni e sintomi che costituiscono il quadro clinico.
Il muscolo piriforme è un muscolo diforma triangolare, situato nella regione glutea ed è funzionalmente connesso ai movimenti dell’anca partecipando ai movimenti di rotazione esterna e abduzione. Si trova da un punto di vista anatomico in rapporto con lo sciatico, è per questo motivo che problematiche a carico di questo muscolo possono mimare una lobosciatalgia dando vita alla sindrome del piriforme che altro non è che una serie di segni clinici che interessano queste due strutture anatomiche con sintomi di natura muscolare e neuropatica da compressione del nervo sciatico. I sintomi principali sono: Dolore nella regione glutea, spesso “profondo”, che tende ad irradiarsi nella parte posteriore dell’arto inferiore, per arrivare fino al piede nei casi più severi; Formicolio e Bruciore, sia locale che irradiato. Sintomi che vengono evocati con movimenti di rotazione dell’anca e ponendo parto in alcune posizioni come accavallare le gambe. In che modo si effettua la diagnosi per la sindrome del piriforme? Per pianificare un corretto piano riabilitativo è necessario integrare il quadro clinico presentato dal paziente con test clinici e dove necessario con indagini strumentali per escludere problematiche infauste. E’ necessario quando sono comparsi i sintomi, quali posizioni e attività della vita quotidiana evocano il dolore e quali lo migliorano, la risposta ai farmaci, quali strategie il paziente mette in atto per avere sollievo. In cosa consiste la Fisioterapia per la sindrome del piriforme? Dopo un attenta diagnosi funzionale la fisioterapia consiste in un programma integrato che comprende: l’Educazione del paziente, la terapia manuale, la terapia fisica e l’esercizio terapeutico per far si che il problema venga risolto sia nel breve che nel lungo periodo prevenendo così le possibili recidive. Come L’esercizio fisico può rinforzare la tua schiena e renderla più sana nel lungo tempo
L’esercizio fisico è risaputo che faccia bene, per molte persone con mal di schiena ci sono purtroppo molte raccomandazioni confuse su cosa faccia bene realmente e cosa no.E pensiero di molti che avere mal di schiena è sempre segno di un danno e che l’esercizio fisico possa aggravarlo. Comunque , gli studi scientifici indicano che per le persone con mal di schiena il riposo prolungato e l’evitare attività porta ad avere più dolore, più disabilita, un recupero peggiore e un maggior numero di giorni di assenza dal lavoro. Mentre è normale muoversi differentemente e più lentamente nei primi giorni, questa alterazione dello schema di movimento potrebbe non essere salutare però se utilizzata a lungo termine. Benefici dell’esercizio fisico sul mal di schiena e sulla salute in generale L’esercizio fisico può ridurre significativamente gli episodi ricorrenti di mal di schiena con un approccio graduale e a lungo termine. Sicuramente i risultati ottenuti con esercizio fisico sono uguali se non superiori a quelle ottenute tramite farmaci o chirurgia; con minori effetti collaterali riportati e minor costo. L’esercizio fisico è stato dimostrato avere i seguenti benefici
L’esercizio fisico è sicuro. Come iniziare? Quando hai male, iniziare è difficile. Puoi iniziare facendo movimenti dolci e pian piano aumentare il livello quando ti senti in grado. Se sei in dubbio su quali esercizi sia meglio fare o hai paura puoi contattarmi per una visita saprò indicarti quali sono gli esercizi migliori e stileremo insieme un programma di lavoro che rispecchi le tue necessità. |